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PIETRO CASCELLA 

Pescara 1921 - Pietrasanta 2008

Avvia la sua ricerca in ambito pittorico, alla scuola del padre Tommaso, partecipando giovanissimo come pittore alla XXI Biennale di Venezia (1942), alla IV Quadriennale di Roma (1943) e alla XXIV Biennale di Venezia (1948). Studia pittura all'Accademia di Belle Arti a Roma, dove risiede dal 1938 frequentando fra gli altri il corso di pittura di Ferruccio Ferrazzi. La solida formazione artigiana lo porta ad applicarsi anche all'arte ceramica, dedicandosi inizialmente a una ricerca d'impianto fortemente plastico tridimensionale, che risolve attraverso un lavoro di collaborazione, in particolare assieme al fratello Andrea, Fabio Rieti e Anna Maria Cesarini Sforza, nella fornace di Valle d'Inferno a Roma. Nel 1945 si sposa con Anna Maria Cesarini Sforza e l'anno sefuente nasce la figlia Benedetta. Nella seconda metà degli anni Quaranta intensifica i lavori ceramici realizzando, con il fratello Andrea, una ceramica policroma collocata al di sopra del portone di un palazzo nobile in via Sardegna, a Roma, mentre assieme alla moglie, elabora un mosaico collocato in una sala d'aspetto di terza classe della Stazione Termini a Roma. Tra il 1949 e il 1956 si dedica prevalentemente alla scultura e alla ceramica policroma, prediligendo grandi composizione e acquisendo formalmente un accento popolaresco totemico d'eco picassiano, dove affiora una tensione plastica costruttiva più che modellante. Nel 1950 mette in opera le decorazioni murali del corridoio d'accesso del cinema Plaza a Roma, ed espone alcune ceramiche nella XXV Biennale di Venezia. Collabora inoltre con l'architetto Ludovico Quaroni all'arredo della chiesa alla Martella, a Matera, nel 1951', anno in cui nasce il figlio Tommaso. Nello stesso periodo progetta una casa ricavata nella pietra, dove una grande scultura, scavata al centro, revoca gli elementi primari del fuoco, e dell'acqua. A metà dello stesso decennio realizza il soffitto della sala delle riunioni del Ministero degli Affari Esteri a Roma. Accentua progressivamente la proiezione architettonica monumentale della propria opera, toccando toni espressionisti surreali di riferimento vitalistico, d'accentuato senso artigianale. Esprime al tempo stesso un'intensa partecipazione sociale e umana attraverso un lavoro di spiccato riferimento antropomorfo. Nel 1956 nasce la figlia Susanna e ancora nel 1956 progetta, insieme al fratello Andrea, un bozzetto per il concorso per il monumento ai caduti del mare, ad Albisola marina, contestualmente espone due ceramiche alla XXVIII Biennale di Venezia. Nel 1957 realizza le sue ultime ceramiche, divenute ormai monocrome, orientando in breve tempo il lavoro sulla scultura in bronzo, nascono in questo frangente le Tavole della legge, da cui trae stimolo la sua ricerca plastica più matura. Nel 1958 partecipa e vince il concorso per il monumento di Auschwitz in collaborazione col fratello Andrea e l'architetto spagnolo Julio Lafuente. Scartato dalla committenza per ragioni formali, il progetto iniziale, ne realizza un altro assieme all'architetto Giorgio Simoncini, impiegando granito e pietra di radkuf, coinvolgendo per la realizzazione maestranze polacche che ultimano la scultura nel 1967. In questa impresa, fondamentale per la maturazione della sua poetica plastico-ambientale e la messa a fuoco del principio di scultura come arte corale, Cascella imposta al tempo stesso il tema prediletto e costruttivo della "parete", del "muro", con fare discorsivo e dialogico. Nel frattempo, fra il 1958 e l'esordio degli anni Sessanta lavora a quadri-scultura, dalle superfici terrose monocrome di recupero iconografico surreale antropomorfo, che accentua a seguito della sua amicizia con il pittore cileno Roberto Sebastian Matta. Nel 1960 realizza la fontana per una piazza a Pescia Romana, dai volumi di decisa connotazione arcaica composti a incastro, di evocazione mitica pastorale, fortemente narrativi: caratteri che viene sviluppando nella ricerca successiva in pietra e marmo. Nel 1965 conosce la scultrice svizzera Cordelia von den Steinen, sua futura seconda moglie. Nel 1966 allestisce una sala personale alla XXXIII Biennale di Venezia, e nel 1972, alla XXXVI, un'ambientazione. Lavora quindi alla realizzazione di numerose opere, tra cui di particolare rilevanza ambientale è il Monumento a Giuseppe Mazzini, in piazza della Repubblica a Milano, avviato nel 1970 e concluso nel 1974. Nel 1971, a Milano, dove soggiorna saltuariamente, gli è dedicata un'ampia personale alla Rotonda della Besana; nell'occasione sotterra nei giardini il Monumento all' Homo sapiens e colloca all'aperto l'Arco della Pace, che subito dopo viene inviato a Tel Aviv per la sua destinazione definitiva. 

Dal 1966 risiede a Monteggioni, in Versilia. Nel 1972 nasce il figlio Jacopo, ed è nuovamente invitato alla XXXVI edizione della Biennale di Venezia, mentre l'anno successivo e presente alla X Quadriennale di Roma. Nel 1977 si trasferisce nel castello della Verrucola a Fivizzano (Massa Carrara), in questa sede elabora progetti di lavoro con rinnovato interesse sociale, sia dal punto di vista formale che di coinvolgimento collettivo. Il lavoro si sviluppa prevalentemente a Pietrasanta, con la collaborazione degli artigiani locali. All'esordio degli anni Ottanta, realizza per una piazza della nuova periferia milanese la scultura Sole e Luna. Ancora della prima metà degli anni Ottanta risale il Monumento a tutti i giorni (1979-1983), Cento anni di lavoro (1982), dedicato all'anniversario dello stabilimento Barilla. Dal 1983 è membro dell'Accademia Nazionale di San Luca, a Roma, divenendone Presidente nel 2004, anno in cui viene nominato anche all'Institut de France come corrispondente. Nel 1984 la città di Siena gli dedica, un'ampia antologica dove è ribadita e valorizzata la vocazione plastico ambientale della sua scultura. Nel 1986 è invitato alla XLII Biennale di Venezia, Modificando una committenza del Comune Tuoro sul Trasimeno, che gli chiedeva di realizzare un simposio di scultura, progetta con Mauro Berrettini, Cordelia von den Steinen e con collaborazione critica di Enrico Crispolti, Campo del Sole, un'architettura di sculture che lo impegna dal 1985 al 1989 coinvolgendo numerosi scultori. Nel 1987, ambienta sul lungo mare di Pescara la scultura in marmo di Carrara Nave, e nel 1989, sempre a Pescara realizza Monumento ai caduti. Nel 1996, per il nuovo millennio, ispirandosi all'affresco trecentesco del Giudizio Universale conservato nella chiesa di Santa Maria in Piano a Loreto Aprutino, progetta la Porta del Terzo Millennio presentata all'Accademia di San Luca a Roma. Il progetto è modificato negli anni e trasformato in un Ponte immaginato tra la torre dell'Arsenale di Venezia e la sponda prospiciente, alcuni bozzetti in travertino e in gesso, sono esposti nel 2000 nella chiesa di San Samuele a Venezia.

Nel 1999 è invitato alla XIII Quadriennale romana, mentre nel 2008 lavora alla realizzazione della scultura Ara Pacis. In oltre sessant'anni di lavoro, ha sviluppato una personale ricerca bidimensionale e tridimensionale, privilegiando in particolare materiali originali e tradizionali come la pietra e la terracotta talvolta in grandi dimensioni anche su scala urbana. Tra i temi maggiormente ricorrenti nelle sue sculture si nota: la madre, la geminazione e il muro. Fondamentale nella sua poetica è la celebrazione archetipica dell'amore, espressa anche nella sensualità delle forme e nella accentuata energia vitalistica della lavorazione manuale della materia. Pietro Cascella muore il 18 maggio 2008 a Pietrasanta.

 

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